Oggi mi è capitato in mano un vecchio libro di Margot Sunderland che acquistai qualche anno fa e che offre esercizi per comprendere in modo approfondito le proprie relazioni (Il libro si intitola Disegnare le Relazioni).
Sfogliandolo ho trovato curioso il titolo “Relazioni deprivanti, prosciuganti e deludenti” e mi sono lasciata andare alla lettura. Ho ritrovato molte storie ed esperienze di persone che nel mio percorso personale e professionale ho conosciuto e, ritenendolo un argomento caldo, ho pensato di scriverci un articolo.
Cos’è una relazione prosciugante?
Possiamo definire come prosciugante quella relazione che ti toglie molte forze ed energie. Dopo aver interagito con questa persona ti senti stanco, demoralizzato o molto molto infastidito. Insomma: ti senti prosciugato!
Attenzione però! Se ti senti così per la maggior parte delle tue relazioni gli aspetti sono due:
- O sei letteralmente circondato da persone che richiedono molta della tua attenzione (ma è molto difficile!)
- Oppure ti stai rendendo conto che per te le relazioni in generale sono difficili per il timore di fare brutta figura, di sbagliare, di essere giudicato ecc. Perciò alla fine ti senti stanco non perché la persona con cui ti sei relazionato abbia delle caratteristiche di “pesantezza” ma perché tu ti senti costretto ad aderire a standard perfezionistici che ti sei dato. E questo richiede davvero molta energia. Se ti senti in questo modo potrebbe esserti utile questo articolo -> L’ansia nelle relazioni
Quando una relazione è prosciugante?
Arriviamo ora agli aspetti concreti descritti proprio dalla Sunderland nel suo libro che ora ti vado a riassumere.
Di seguito ti elenco una serie di ragioni comuni per le quali alcune persone possono avere su di te un effetto “prosciugante”. Come potrai notare, molte di esse fanno riferimento a persone che per qualche motivo mostrano una gamma ristretta di emozioni e/o non hanno consapevolezza dell’impatto che possono avere sull’altro.
- Parlano in tono saccente;
- Parlano solo di sé stesse e non sembrano interessate a te;
- La loro voce sembra avere una gamma limitata di “note”. Alcune, ad esempio, parlano costantemente con un tono monotono, altre in modo concitato e con timbro acuto;
- Raccontano come tutto sia assolutamente “fantastico” nella loro vita. A te non arrivano elementi di vita reale o un resoconto più equilibrato della sua quotidianità. Potresti avere la sensazione di poca autenticità nel vostro rapporto.
- Sono come un disco incantato: parlano sempre della stessa cosa, ad esempio dei loro dolori o malesseri, dei loro meravigliosi bambini, o ripetono all’infinito gli stessi aneddoti.
- Hanno una gamma emotiva ristretta, appaiono ad esempio sempre tristi, pungenti, depressi, arrabbiati, maniacalmente felici ecc.
- Ti mortificano frequentemente
- Possono anche chiederti come stai o cosa stai facendo ma poi non ti ascoltano davvero
- C’è una mancanza di reciprocità: sei solo tu ad ascoltare e mostrare interesse o preoccupazione
- La conversazione è arida, priva di qualsiasi contenuto personale o emozione
- Parlano soprattutto di sofferenze e avversità: delle loro, di quelle altrui, del paese che sta andando a rotoli, del tempo tremendo ecc.
- Mirano a controllarti e sono invadenti e, di conseguenza, ti portano a tenerti sulla difensiva.
Hai riconosciuto una tua relazione tra queste?
Bene, il primo passo è avere consapevolezza di ciò che si sta provando e vivendo. Una volta che ti sei reso conto di ciò, ti chiedo:
perché ti senti costretto a sopportare relazioni emotivamente prosciuganti?
Potrebbe essere plausibile che lo fai per abitudine. Altre volte potrebbe essere che attribuisci al causa semplicemente a un periodo di stress e stanchezza. Se ti rendi conto, però, che questo tuo stato di eccessiva tollerabilità lo metti in campo nella maggior parte delle relazioni è importante chiederti quale sia il senso per te.
Non sta scritto da nessuna parte che è un DOVERE sopportare sempre e comunque persone di questo tipo. Spesso può essere utile trovare dei modi sani per allontanarsi o, per lo meno, cercare di proteggersi.
Uno degli scopi di un lavoro psicologico con uno psicoterapeuta è proprio questo: imparare a riconoscere i propri punti di crescita, gli aspetti cioè che hai bisogno di attivare o migliorare per vivere una vita più equilibrata e soddisfacente.
Perché partiamo dal fatto che gli altri non li possiamo di certo cambiare!