Psicobooks: Primogeniti, mediani, ultimogeniti

primogeniti

Oggi ti propongo una lettura che ho trovato davvero interessante: “Primogeniti, mediani, ultimogeniti…Come l’ordine di nascita influenza il carattere e la personalità di un bambino” di Michael Grose, scrittore australiano esperto in dinamiche educative e familiari.

È un argomento che solitamente non viene affrontato nei vari corsi di psicologia all’università, o perlomeno io non l’ho mai incontrato, ma credo sia ragionevole pensare che l’ordine di nascita in una famiglia possa influenzare lo sviluppo di un bambino.

Ho trovato interessanti le descrizioni fornite dall’autore e, anche se vanno inserite sempre all’interno di una valutazione più ampia e non si possano generalizzare, credo che ti potrai ritrovare in alcuni punti.

Vediamo insieme cosa ci descrive Grose.

“L’ordine di nascita incide perché siamo esseri sociali che cercano il proprio spazio all’interno di un gruppo e il primo gruppo in cui ci ritroviamo a vivere è la famiglia. Possiamo sentirci in competizione con i nostri fratelli per stabilire chi debba ricoprire un determinato ruolo. Quando un ruolo non è disponibile allora ne cerchiamo un altro. È per questo che i figli minori tendono a definirsi in base al tipo di territorio lasciato a disposizione dopo che il maggiore ha cintato il proprio”.
Michael GroseAutore

Primogeniti

I primogeniti tendono a :

- stabilire obiettivi

- avere alto rendimento nelle loro attività

- essere perfezionisti

- essere responsabili

- essere fedeli alle regole

- essere determinati

- essere amanti dei dettagli.

Le esperienze nella famiglia di origine forniscono ai primogeniti un eccezionale training di leadership, perché generalmente vengono date loro molte responsabilità in età precoce. Se messi però costantemente sotto pressione, possono pagare un prezzo alto: potrebbero essere sensibili e inflessibili con una maggiore predisposizione allo stress da adulti.

La gelosia e il bisogno di essere visti dopo la nascita del fratellino o della sorellina è un fattore comune e naturale: dopotutto vengono letteralmente detronizzati! Questo accade soprattutto se i due bambini hanno un’età vicina. È importante, quindi, che i genitori sappiano dare attenzione a tutti i figli anche se in modo diverso in base ai bisogni e distribuiscano le responsabilità a tutti in base all’età.

Figli unici

Sono di fatto primogeniti senza fratelli. Se sei figlio unico potresti ritrovarti già in alcune caratteristiche del primogenito e, in aggiunta, potresti avere la tendenza a essere:

- orientato al risultato

- conservatore

- affidabile

- fiducioso in te stesso e negli altri

- abile nell’esprimerti verbalmente

- poco flessibile.

Per questi bambini i genitori sono l’unica fonte di approvazione e passano molto tempo con gli adulti. Tendono a crescere presto, con comportamenti da piccoli adulti. Si impegnano in attività scolastiche, a casa, o nello sport riscuotendo la lode di genitori e insegnanti. È più facile che un figlio unico prenda lezioni di musica piuttosto che pasticci in cortile o giochi in strada con altri bambini.

L’inflessibilità è data dal fatto che, non avendo fratelli con cui giocare faticano a gestire il conflitto o a scendere a patti. Per questo prediligono maggiormente professioni individuali in cui on devono lavorare necessariamente in team.

Interessante notare che, anche se si tratta di un figlio ultimogenito ma nato dopo molti anni dal precedente, avrà con buone probabilità caratteristiche da figlio unico.

Secondogeniti e mediani

Una delle regole dell’ordine di nascita prevede che la personalità di ogni bambino si modelli per contrasto su quella del fratello immediatamente precedente. In generale, il secondogenito sarà dunque ciò che il primo non è. Se, ad esempio, il primo è giudizioso e prudente, il secondo sarà avventuroso e più impulsivo; se il primo eccelle nelle materie letterarie il secondo potrebbe essere più interessato alle materie scientifiche e così via.

I secondogeniti spesso cercano di stare al passo coi fratelli maggiori, per cui gattonano, camminano e iniziano a parlare ad un’età più precoce. Sono più flessibili perché imparano ad adeguarsi e ad accogliere ciò che già c’è. Di solito ricevono molti oggetti e capi di vestiario di seconda mano, trascorrono meno tempo da soli con i genitori e devono adattare la propria vita a quella del maggiore, che è il primo a stabilire un modello.

I secondogeniti spesso diventano spiriti liberi o i ribelli della famiglia. Tendono ad essere:

- grandi socializzatori

- flessibili

- diplomatici

- generosi

- spiriti liberi

- pacificatori.

Ultimogeniti

I figli minori, secondo l’autore, sono i più portati a innovare, a trovare vie nuove per risolvere i problemi. Sono spesso creativi, più inclini a sfidare il pensiero convenzionale e a proporre nuove idee.

I genitori dei figli minori sono già abituati alle tappe evolutive e non si emozionano più tanto come fosse la prima volta. Questo non significa che non siano felici dei traguardi raggiunti dai più piccoli ma, scrive Grose, è come ascoltare la stessa barzelletta per la terza volta!

Al contempo, proprio perché sono già abituati, i genitori affrontano le cose in modo più rilassato, danno più spazio e libertà al piccolo che, talvolta, potrebbe approfittarne.

I figli minori sono:

- tenaci

- seduttori

- tendenti alla dipendenza dagli altri (e lo fanno in modo molto abile!)

- creativi

Gemelli

Se nella famiglia non ci sono altri fratelli è presumibile che i gemelli agiscano come primo e secondogenito (a volte in base anche proprio all’ordine in cui vengono al mondo). Di solito sono desiderosi di mettere quanta più distanza tra loro in termini di interessi, capacità e personalità ma potrebbero sentirsi a disagio se queste differenze sono troppo marcate. Il gemello “dominante” diviene spesso il capo assertivo, il trascinatore e il fratello/sorella lo segue.

Il libro “Primogeniti, mediani, ultimogeniti” offre anche strategie ai genitori per affrontare l’educazione e la crescita dei singoli figli in base all’ordine di nascita.

È un libricino davvero interessante proprio perché raramente si riflette su questi punti dati dall’ordine di nascita. È vero anche che le descrizioni che l’autore fa , come scrivevo nell’introduzione, vanno inserite in un sistema più ampio e complesso che è la personalità di un individuo.

Spero di averti fornito una recensione interessante e, se vuoi approfondire questo argomento, ti lascio qui a fianco il link al libro 😉

Alla prossima recensione!

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