Dipendenza affettiva: quando amare troppo fa male

dipendenza affettiva

In occasione del Festival dell’Analisi Transazionale (approccio in cui mi sono formata) mi è stato chiesto di creare un intervento sulla Dipendenza Affettiva, un tema davvero vasto e, ahimè, non così raro.

In fondo potrai trovare il video dell’intervento.

Cos’è la Dipendenza affettiva?

È una relazione sentimentale a carattere disfunzionale dove puoi provare astinenza (proprio come da una droga) quando l’amato non è presente, sentire il bisogno compulsivo di stare con lui/lei, di sentirlo, di vederlo. Passi molto tempo a pensare, fantasticare o agire in questa relazione tralasciando tutto il resto della tua vita. Attività professionali che vengono meno, occasioni importanti perse o dimenticate, amici con cui non condividi più nulla per paura di essere giudicato o semplicemente perché non ne hai il tempo. Tutto è rivolto a mantenere la felicità del partner.

Quali sono le caratteristiche di base? Ne ho individuate 4

L’emozione centrale è l’infelicità

Se all’inizio, come in ogni relazione, c’è entusiasmo, gioia, eccitazione nello stare assieme, dopo poco si fanno spazio emozioni più sgradevoli come la paura di perderlo, la vergogna per non essere abbastanza, la fatica data dall’affanno, lo stress. Sono relazioni altamente infelici con andamento altalenante, dove a periodi di buio segue una tregua, un momento di pace che, però, ha breve durata.

 

Il partner problematico

Quando una persona tende alla dipendenza affettiva percepisce noioso un partner che sa essere autonomo, indipendente, che ha i suoi spazi, il suo lavoro, i suoi amici. un partner gentile, rispettoso, che dà libertà. Noioso perché non mostra particolari bisogni, particolari zone d’ombra.

Chi viene percepito come attraente, invece, è la persona con problematicità. Potremmo essere di fronte ad un’altra dipendenza (alcool, droghe, shopping compulsivo, gioco d’azzardo ecc.), una psicopatologia (depressione, bipolarismo, dist. alimentari, narcisismo patologico ecc.) oppure è semplicemente una persona affettivamente fredda, una persona immatura, o irresponsabile.

Il messaggio di fondo è “io ti salverò. Se staremo assieme, con me sarai finalmente felice”

Il controllo verso l’altro

Per potersi prendere cura dell’altro e sentirsi Ok, il dipendente affettivo agisce il proprio controllo sull’amato e sulla relazione in diversi modi. Ci possono essere comportamenti dettati dalla gelosia (controllo dello smartphone, controllo con chi sei, con chi parli). Più sottili sono i comportamenti dettati dal bisogno di salvare l’altro per cui ti sostituisci al partner, ti assumi le sue responsabilità, agisci al suo posto con l’idea che lo stai facendo per il suo bene. Di fatto il messaggio che accompagna tutto ciò è “Tu non sei capace di stare bene con le tue sole forze, allora lo faccio io al tuo posto”.

Desidero solo farti felice

Infine, il dipendente affettivo percepisce come suo unico desiderio il voler accontentare l’altro, il rispondere prontamente ai suoi bisogni, soddisfare i suoi desideri. In un’unica parola: compiace.

Come fare per uscire dalla dipendenza affettiva?

È complesso poter vedere autonomamente le dinamiche insite nella relazione con un partner disfunzionale e potrebbe essere utile, talvolta necessario, un percorso di psicoterapia individuale.

Un buon punto di partenza è rispondere a queste domande:

- Ti piace questa relazione? Cosa provi TU?

- Cosa senti TU? Cosa pensi TU? Di cosa hai bisogno TU?

Ruotare cioè il faro dell’attenzione dall’esterno, all’interno.

Per un approfondimento ti consiglio la lettura di “Donne che amano troppo” di Robin Norwood e l’ascolto delle storie narrate nel podcast Proprio a Me di Selvaggia Lucarelli (dove racconta in modo lucido e coinvolgente la sua storia di dipendenza e quella di altre persone).

Lo speech "Dipendenza affettiva: quando amare troppo fa male" 15 maggio 2021 - Festival dell'Analisi Transazionale

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