4 cose da non fare quando tuo figlio è arrabbiato

rabbia

Uno dei problemi più frequenti che i genitori si trovano ad affrontare è la gestione della rabbia nei propri bambini. Quando emerge spesso è dirompente e potresti sentirti spiazzato, senza buone strategie utili alla gestione di questa emozione.

Cercherò qui di essere breve e chiara sottolineando in particolare quali sono gli atteggiamenti scorretti o poco utili alla gestione della rabbia.

Prima di tutto devi sapere che…

Ciò che sento spesso dai pazienti e dalle persone che vedo è un giudizio negativo nei confronti della rabbia, come se fosse un qualcosa da evitare e negare a se stessi e agli altri. In realtà la rabbia è una delle emozioni di base dell’essere umano e non può (e non deve!) essere soppressa o demonizzata.

La rabbia, come tutte le emozioni di base, ti fornisce delle informazioni circa ciò che sta accadendo attorno a te e ti da delle indicazioni utilissime su ciò che dovresti fare per ripristinare uno stato di calma.

Rifletti: quando ti senti arrabbiato? Quali sono gli stimoli per cui tu solitamente provi rabbia? In linea di massima ci arrabbiamo quando qualcuno oltrepassa un limite e ci invade. Può essere un insulto, un’invasione di ruoli, un attacco alla nostra persona o a qualcosa che per noi è caro.

Oppure la rabbia è l’emozione che emerge di fronte ad un’ingiustizia. Tutti noi di fronte a queste due situazioni dovremmo provare rabbia. Dico “dovremmo” perché la rabbia in questi casi ci aiuta a capire che abbiamo bisogno di difenderci. Se non ascolti questa emozione o ti spaventi quando la provi non imparerai a difenderti ed è probabile che verrai sopraffatto.

Dopo aver definito cos’è la rabbia e quanta importanza ha la sua espressione, torniamo ai bambini.

1. Cosa NON fare: alzare le mani

E’ ancora molto diffusa l’idea che la sberla, il calcio nel sedere o la sculacciata siano dei metodi educativi. Questa idea è ancora forte perché i genitori che a loro volta erano stati “corretti” in questo modo ricordano che questo con loro ha funzionato. Ti inserisco un ipotetico ma veritiero colloquio con un genitore che è convinto di questo:

“Cosa hai imparato quella volta che tua madre ti ha dato la sberla?”

“Beh ho capito che non dovevo farlo più perché altrimenti ne avrei prese altre”

“Bene, e cosa non dovevi fare più?”

“Boh non ricordo sinceramente cosa avevo fatto prima”

“Quindi non ricordi nemmeno perché era importante che non ti comportassi più in quel modo”

“no”.

Alzare le mani non serve a nulla se non a incutere paura nel bambino. Paura NON rispetto. Il bambino non impara a rispettarti cosi, impara ad avere paura di te. E se questo è ciò che intendi produrre in tuo figlio, chiediti se alla lunga potrà essere una tecnica valida anche per la sua adolescenza (se tuo figlio ha paura di te e delle tue reazioni, ti parlerà quando c’è qualcosa che non va?).

Inoltre non impara nulla sul perché il suo comportamento non è adeguato. La sberla non dà informazioni. Rileggi il breve colloquio: la persona non ricorda né cosa aveva fatto prima né il perché ha ricevuto la sberla.

Altra conseguenza non meno importante è che tu sei il modello per tuo figlio per la gestione delle emozioni. Se tu perdi le staffe e come conseguenza alzi le mani, questo è ciò che lui impara. Quando sarà arrabbiato è probabile che inizi anche lui ad alzare le mani. E’ questo quello che vuoi?

2. Cosa NON fare: urlare

Anche urlare è segno di mancanza di controllo e può essere anche peggiore di una sberla se all’urlo ci aggiungi delle offese al bambino del tipo “Ma sei stupido? Sei proprio un disastro, non capisci proprio niente!”

Come dice spesso il prof. Galimberti “l’identità è un costrutto sociale, non ci viene dato alla nascita” (sotto trovi un video di Galimberti in cui parla di autostima nei bambini). Il bambino si costruisce l’idea di sé sulla base di ciò che genitori ed insegnanti dicono di lui. Se gli urli spesso che è stupido, lui imparerà che è stupido e  si comporterà di conseguenza.

3. Cosa NON fare: Credere di avere sempre ragione

I bambini non hanno la malizia degli adulti. Possono essere furbi a volte ma se tuo figlio mostra rabbia in alcuni momenti, anche contro di te, chiediti cosa c’è che lo sta facendo arrabbiare. Cos’è che lo sta turbando. Così come i neonati manifestano ogni segno di disagio con il pianto, così i bambini spesso mostrano rabbia per varie forme di disagio. O forse è semplicemente arrabbiato perché tu o qualcun altro avete assunto dei comportamenti che lui ritiene ingiusti.

Ciò che voglio dirti è questo: non dare per scontato di avere ragione solo perché sei l’adulto. Avere un dialogo aperto con tuo figlio è molto importante sia per la sua crescita sia per la vostra relazione.

4. Cosa NON fare: fare finta che non sia nulla

Questo punto è utile soprattutto se tuo figlio mostra spesso segnali di rabbia e da svariato tempo. E’ importante dargli contenimento e dare alla sua rabbia la giusta importanza.

Una rabbia protratta nel tempo sicuramente non lo fa stare bene. E se è una emozione sana (come ho scritto nel primo paragrafo) può diventare un problema una sua cattiva espressione. In questi casi è utile contattare uno psicologo per capire quale può essere il problema e come fare per aiutarlo.

Ok, ma cosa devo fare con mio figlio quando è arrabbiato? (Età ELEMENTARI)

Prima di tutto chiediti: come reagisco io quando mi arrabbio? So mantenere il controllo oppure no? Quali sono i modelli che gli sto offrendo sulla rabbia?

Questo per dirti che se tu non riesci a gestire adeguatamente la tua rabbia non puoi chiedere a tuo figlio di saperlo fare.

Quando lui si arrabbia molto non ha senso sgridarlo o chiedergli di calmarsi (pensa, se lo dicessero a te quando sei furioso ci riusciresti?).

Ha senso invece dire “ora non voglio parlare con te se alzi le mani o se urli. Quando ti sarai calmato ne riparliamo con calma” e lo lasci sbollire la rabbia. Quando si è calmato è bene parlare dell’accaduto, spiegandogli cosa del suo comportamento non è adeguato e come dovrebbe reagire. Puoi anche spiegargli le conseguenze delle sue azioni se lo fa a scuola o in altri contesti.

Gli offri così un modello sano di gestione della rabbia in cui comprende ciò che non va. Ma è bene che tu ascolti con attenzione anche le sue ragioni e cerchi di comprenderlo e di andargli incontro.

Altro aspetto utile è la lettura insieme di libri per bambini in cui il protagonista impara a gestire la sua rabbia. Di fianco ho inserito degli esempi.

Crescere un bambino è sicuramente complesso e spero con queste indicazioni di averti aiutato in uno dei problemi quotidiani più diffusi.

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