Affrontare un momento difficile

Quando la vita ci da uno schiaffo

A volte la vita ci mette di fronte a eventi forti, dolorosi, improvvisi. Ci da uno schiaffo più o meno forte che non ci aspettavamo e ci lascia a terra. In questi momenti avremmo bisogno di ritornare al giorno precedente o al mese precedente, quando eravamo ancora spensierati ma ciò, ovviamente, non è possibile.

In questi momenti cosa desidereresti dalle persone che ami? Molti risponderanno allo stesso modo: “vorrei che là fuori ci fosse qualcuno che mi vuole davvero bene, che mi saprà capire e consolare.”

Ciò che scopriamo è che ci sono persone che rispondono molto bene al nostro dolore ma purtroppo molte altre no.

Pensa all’ultima volta in cui hai affrontato un momento difficile.

Quando è stato? Cosa era successo? Che reazioni hai ricevuto dalle persone attorno a te? Quali reazioni ti hanno fatto sentire davvero aiutato, consolato, supportato? Quali invece ti hanno irritato?

Di seguito trovi un elenco di possibili reazioni che potrebbero esserti state di aiuto (o prendile come spunto se conosci qualcuno che in questo momento sta passando un forte momento di stress o sofferenza).

Reazioni che aiutano

- Abbracciarti con affetto

- Tenerti la mano

- Metterti una mano sulla spalla

- Riconoscere il tuo dolore “dev’essere davvero dura per te”, “Non oso neanche immaginare cosa stai passando”

- Non dire nulla, stare semplicemente seduto accanto a te

- Abbracciarti mentre piangi

- Offrirti supporto “C’è qualcosa che posso fare?

- Chiederti come ti senti

- Rispecchiare le tue reazioni “Mi dispiace così tanto”, “Sono così arrabbiato”, “Mi sento talmente impotente, vorrei poter fare qualcosa”Fare spazio al tuo dolore “Vuoi parlarne?” o “Va bene piangere. Non occorre che parliamo”

- Dare supporto incondizionato ad esempio preparandoti la cena, badando ai tuoi bambini, aiutandoti in qualche attività

- Fare lo sforzo di venire a trovarti per passare del tempo con te

  • Ascoltarti in modo aperto e sincero

Reazioni che non aiutano

A volte potresti aver incontrato delle persone che hanno avuto una delle seguenti reazioni (o potresti averle fatte tu, in tal caso non incolparti, ma sii consapevole del tipo di reazione e decidi di optare per qualcos’altro la prossima volta).

- Citare proverbi: “morto un papa se ne fa un altro”, “il tempo guarisce tutte le ferite”, “chiusa una porta si apre un portone” ecc.

- Dirti di pensare positivo

- Evitarti attivamente

- Dirti di andare avanti: “passaci sopra!” “lascia perdere”, “vai avanti per la tua strada”

- Darti consigli : “Dovresti fare così”, “Hai pensato di fare x,y e z?”

- Domandarti come va ma poi cambiare subito argomento

- Non tenere conto dei tuoi sentimenti: “Ma si, non è poi la fine del mondo!”, “Su fatti coraggio, bisogna essere forti!”

- Dirti che ciò che pensi è da pazzi o che pensi in modo troppo negativo

- Svalutare o banalizzare il tuo dolore: “guarda che in Africa ci sono bambini che muoiono di fame”, “smettila di fare la vittima”

- “Sopportare” il tuo malessere ma senza accettarlo realmente

- Cercare di proporti ogni sorta di soluzione al tuo problema

- Dire che vuole aiutarti ma poi non farlo

- Insultarti e criticarti “te l’avevo detto io!”, “te la sei cercata!” “ora ti arrangi”, “prendila da uomo”, “Cresci!”

  • Minimizzare il dolore che senti: “Vedrai che un giorno ci riderai su!”

Sebbene alcune di queste reazioni siano maleducate e negative, le altre possiamo vederle come tentativi sinceri di essere d’aiuto anche se poi non vanno a buon fine.

Come prima cosa, le azioni del primo elenco devono precedere qualsiasi altro comportamento. Chi soffre ora ha bisogno di presenza, ascolto e compassione. Non ha bisogno di altro. Quando il periodo burrascoso sarà passato, allora potremo dare anche la nostra lettura della faccenda, dare consigli, proporre soluzioni o altro. Ma se, ad esempio, proponiamo una soluzione ad una persona che è appena stata lasciata dall’amore della sua vita, non facciamo altro che risultare superficiali nei riguardi della sua sofferenza.

Facciamo un passo oltre

Se stai passando ora un brutto periodo per un lutto, una separazione, una cattiva notizia ecc. è bene fermarti e rispondere a queste domande:

- Chi è l’essere umano che nella tua vita sa esserci sempre, in ogni momento, qualunque cosa accada?

  • Chi è l’essere umano capace di capire, comprendere e immedesimarsi nel tuo dolore meglio di chiunque altro?

La risposta è TU.

Sorpreso?

Tu ci sei sempre, e puoi sempre fare qualcosa per aiutarti anche quando credi di non poterlo fare. Costruire un buon rapporto con se stessi è fondamentale per sentirti appagati nella vita e per poter trovare una nicchia di conforto quando le cose vanno male.

Ti propongo un esercizio di auto-compassione che potresti utilizzare come pronto soccorso emotivo.

Esercizio di Pronto soccorso emotivo

Adesso ti invito a trovare una posizione comoda, nella quale sei concentrato e vigile. Ad esempio, se sei seduto su una sedia, potresti chinarti leggermente in avanti, raddrizzare la schiena, rilassare le spalle e premere delicatamente i piedi sul pavimento. Ora pensa a uno scarto di realtà con il quale sei alle prese.

Prenditi qualche momento per riflettere sulle caratteristiche di questo momento che stai vivendo: per ricordare cosa è successo, per considerare gli effetti che sta avendo su di te e per pensare a come potrebbe influire sul tuo futuro. E nota quali pensieri ed emozioni difficili emergono.

Ora prenditi una mano e immagina che sia la mano di una persona molto amorevole e premurosa. Appoggia questa mano, lentamente e con delicatezza, sulla parte del corpo dove senti più male. Senti dolore soprattutto nel petto, o forse nella testa, al collo o allo stomaco? Dovunque il dolore è più intenso, appoggiaci la mano. (Se avverti un senso di intorpidimento, appoggia la mano sulla parte del corpo che senti più intorpidita. Se non senti né dolore né intorpidimento, appoggia semplicemente la mano al centro del tuo torace.) Lascia che la tua mano riposi lì su di te, in modo leggero e delicato; sentila sulla tua pelle o sui tuoi vestiti. E senti il calore che fluisce dal tuo palmo nel tuo corpo.

Ora usa entrambe le mani in un gesto amorevole. Appoggiane una sul tuo petto e l’altra sul tuo stomaco. Lasciale poggiate lì delicatamente e abbracciati con dolcezza. Prenditi tutto il tempo che vuoi per stare seduto così, per connetterti con te stesso, per prenderti cura di te stesso, per darti conforto e sostegno. Continua finché lo desideri: cinque secondi o cinque minuti, non importa. Quando compi questo gesto, è lo spirito di gentilezza che conta, non la durata.

[tratto dall’esercizio “Una mano amorevole” di Russ Harris dal libro “Se il mondo ti crolla addosso”]

Come è andata? Hai provato una sensazione di compassione verso te stesso e di calore? Ti invito a fare questo esercizio ogni volta che ne senti il bisogno, evitando di criticarti o di giudicare ciò che stai facendo. È un momento in cui ti stai prendendo cura di te.

Se senti il bisogno di un aiuto psicologico richiedi un colloquio con uno psicoterapeuta che possa sostenerti ad affrontare questo momento, qualsiasi esso sia. Se desideri contattarmi clicca qui

Voglio infine suggerirti una lettura che potrebbe esserti di grande aiuto, “Se il mondo ti crolla addosso” edizioni Erickson dove l'autore aiuta ad  affrontare momenti dolorosi o difficili utilizzando l'ACT, un approccio terapeutico che ha solide basi scientifiche. (Lo trovi qui di fianco)

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