La rabbia è una delle emozione di base e come tale ha un significato ben preciso per l’essere umano. Non devi considerarla un’emozione negativa anche se a volte è spiacevole o vorresti non sentirla. Nell’articolo La rabbia non è un’emozione negativa ti parlo proprio di questo e, se non l’hai già fatto, ti invito ad andare a leggerlo.
Intense sensazioni fisiche
Tutte le emozioni hanno un corrispettivo fisiologico poiché servono ad attivare il corpo ai fini di un’azione. Quando provi rabbia cosa senti? Quali parti del tuo corpo si attivano? E’ probabile che tu abbia risposto “sento un forte calore alla testa”, “mi prudono le mani”, “inizia a battermi forte il cuore e divento tutto rosso in viso”. Se hai dato queste risposte direi che sei perfettamente in contatto con la tua rabbia!
Osserva l’immagine a fianco: le parti del corpo evidenziate di rosso e giallo sono esattamente quelle che si attivano quando una persona è arrabbiata. Il cuore pompa più sangue nelle vene poiché si prepara ad un attacco e le mani…beh le mani si attivano perché probabilmente vorremmo dare un pugno a chi ci sta di fronte! Ricorda però: queste attivazioni derivano dal nostro cervello emotivo, l’amigdala, e sono pertanto reazioni ancestrali.
Tre consigli per gestire la tua rabbia
Il fatto che il tuo corpo si attivi in una frazione di secondo, non significa che devi urlare o prendere a pugni chi ti sta di fronte. In questo caso la rabbia si trasformerebbe in aggressività. Rabbia e aggressività non sono la stessa cosa, ed è bene sottolinearlo. La rabbia è un’emozione legittima che tu provi di fronte a delle ingiustizie, mentre l’aggressività è un’azione che può trasformarsi in violenza.
Ti darò ora tre consigli che trovo utili per imparare a dominare la tua rabbia. Prima di leggerli voglio però darti quest’informazione: se ti senti spesso arrabbiato e nervoso e non comprendi i motivi che ti spingono ad esserlo o fatichi a trovare un modo buono per te per gestire la rabbia, credo possa esserti utile parlarne con uno psicologo.
1. Non dare la colpa agli altri
La prima cosa che le persone portano come giustificazione alla propria rabbia è “lei mi ha fatto arrabbiare”, “lui mi ha offeso”, “facevano confusione e li ho dovuti sgridare” ecc. Cosa noti in queste frasi? Il soggetto è sempre esterno, è sempre un’altra persona. Siamo così portati a pensare che sono gli altri a produrre in noi rabbia e che quindi non possiamo farci molto se non urlare e sbraitare. La verità è che le persone possono avere comportamenti che TU trovi intollerabili, possono affermare cose che TU trovi ingiuste. È legittimo perciò arrabbiarsi, la tua rabbia ha sicuramente un senso! Ma è la TUA rabbia. Tu ti arrabbi in seguito ad uno stimolo esterno che trovi scorretto oppure offensivo.
Perciò il primo passo è smetterla di dare la colpa agli altri e comprendere che sì, l’altro ha un comportamento che non mi piace, la responsabilità di ciò che sento è mia.
2. Qual è il tuo bisogno?
Una volta compreso il primo punto giungerai a questa domanda: “Ok, ma se la responsabilità è mia, cosa ci posso fare?” . Ottimo! È necessario ora capire qual è il tuo bisogno che l’altro non ha rispettato. Cosa sta accadendo ora per cui non riesci a dare libera espressione a questo bisogno?
Facciamo un esempio. Giovanni si arrabbia con l’amico perché gli ha appena scritto che non lo può accompagnare stasera ad un incontro a cui ci teneva tanto. Perché si è arrabbiato? Qual era il suo bisogno? Entriamo nel merito: Giovanni è una persona che fatica ad essere indipendente e si appoggia sempre ad altri quando desidera uscire. Posto che potrebbe essere utile per lui fare un lavoro psicologico in modo da rendersi indipendente, deve gestire ora la sua rabbia e soddisfare il suo bisogno. Anziché attaccare l’amico, potrebbe telefonare ad un altro e verificare la sua disponibilità a partecipare alla serata. In questo modo gestirebbe l’emozione e soddisferebbe il suo bisogno.
3. Lavora sulla tua assertività
Se hai partecipato a qualche corso organizzato a Codroipo presso lo studio, ti ricorderai che il tema dell’assertività lo abbiamo affrontato varie volte. Essere assertivi significa saper esprimere la propria rabbia né in modo aggressivo, attaccando l’altro, né passivo, trattenendosi. Una buona regola di comunicazione assertiva può essere questa:
Io mi sento….quando tu ….e vorrei che…. .
Attraverso questo schema comunicativo ti assumi la responsabilità di ciò che senti, non additando l’altro (“IO mi sento”), dici all’altro quale suo comportamento ti ha infastidito (“quando tu”) e termini con una richiesta di cambiamento (“e vorrei che”).
Fai esercizio, sicuramente non per tutti è semplice ma in questo modo allenerai la tua intelligenza emotiva e riuscirai a dominare la tua rabbia.
Cosa ne pensi?
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Se desideri approfondire l’argomento della rabbia ti consiglio "Che rabbia" di Albert Ellis e “Le parole sono finestre oppure muri” di Marshall Rosenberg, il quale tratta il tema della rabbia e la comunicazione non violenta. Li trovi entrambi qui sotto se desideri dar loro un'occhiata.
A presto!