Come uscire dalla zona di comfort

uscita zona di comfort

Quando ti senti bloccato nella vita e fatichi a uscire da un problema, molto probabilmente è perché cerchi di risolverlo sempre con le stesse strategie.

È divenuta celebre la frase di Einstein “la follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”, indicando che è poco sano (se così vogliamo dire) attuare sempre lo stesso comportamento o lo stesso pensiero se già si sono rivelati inefficaci.

Quando inizia il vero cambiamento?

La parola cambiamento spaventa sempre un po’: cambiare dieta, cambiare lavoro, cambiare casa o partner. Tutti eventi che comportano necessariamente ansia e paura perché stai lasciando qualcosa di conosciuto per dirigerti verso l’ignoto.

Il cambiamento però non avviene solo nelle grandi occasioni della vita, non comporta necessariamente uno sconvolgimento. Spesso le persone, quando si rivolgono ad uno psicoterapeuta poiché desiderano un cambiamento nella propria vita, si aspettano debba accadere qualcosa di drastico e, anche se lo desiderano, capita che lo blocchino. In realtà i cambiamenti più duraturi avvengono in modo dolce, lento, un passo per volta.

Il cambiamento nella vita quotidiana

In che modo può avvenire tutto ciò? Niente di più semplice! Identificando una situazione precisa della tua vita che non ti sta dando soddisfazione e cercando di uscire dalla tua zona di comfort.

La zona di comfort è quella zona in cui noi ci sentiamo protetti, al sicuro ma dove nulla cambia. Può essere una stanza, una casa, un paese ma anche una condizione mentale.

Immagine in cui descrivo l'uscita dalla zona comfort

Facciamo degli esempi: se sei una persona tendente alla pigrizia ma che dovrebbe iniziare a fare sport il primo passo per te non sarà iscriverti in palestra. Ma come? Dirai tu! Già, poiché per te potrebbe già essere troppo. Il picco di motivazione iniziale finirebbe in una settimana. Il primo passo per te sarà quello di uscire dalla tua zona di comfort (la porta di casa tua) e fare una passeggiata di 30 minuti due volte la settimana, fino ad arrivare ad una volta al giorno. Dopo un certo lasso di tempo è più probabile che sentirai il desiderio di iniziare a correre oppure iscriverti davvero in palestra.

Passo ora all’esempio della zona di comfort come condizione mentale. Se leggi questo articolo da altre parti di Italia, sappi che qui in Friuli vige una certa “rigidità” in fatto di riposo. Prendersi delle giornate di pausa (o anche solo dei momenti!) piuttosto che viaggiare per il solo gusto di farlo è più tipico delle nuove generazioni.  Ci sono molte persone che, seppur avendone la possibilità, si bloccano e possono addirittura provare invidia per chi riesce a riposare o fare dei brevi viaggi. “Eh beati loro che possono!” tipica frase. La mia domanda a questo punto è: perché tu non puoi? Chi te lo dice che non puoi? Chi ti vieta di prenderti una giornata per visitare una cittadina nuova o andare alle terme? Volete sapere qual è la risposta? Nessuno! Nessuno vieta di prendere questa decisione, ma significherebbe uscire dalla zona di comfort.

Consigli pratici

Vuoi sapere come iniziare a cambiare davvero la tua vita? Ti lascio qui qualche punto utile assieme a delle riflessioni:

Cosa non ti sta piacendo nella tua vita ora? Identificalo in modo preciso e concreto

Cosa desideri di diverso per te?

Chi è/ cos’è che ti impedisce di raggiungere il tuo scopo?

Cosa proveresti se uscissi dalla zona di comfort? Paura, disagio, ansia?

Rifletti: pensa a te tra 10 anni, non è cambiato nulla e la tua routine è esattamente com’ è ora: ti piace? Come ti senti?

Spero ti sia stato utile questo articolo, fammi sapere cosa ne pensi lasciando un commento qui sotto.

4 risposte a “Come uscire dalla zona di comfort”

    1. psicologiaquotidiana dice: Rispondi

      E’ un desiderio che molte persone hanno; ti invito perciò a mettere in pratica i consigli pratici che trovi qui e iniziare con qualche azione concreta.

  1. […] Le convinzioni che avevo quando ancora ero un impiegato erano tutto estremamente demoralizzanti. Se sei un impiegato resti un impiegato e più pensi da impiegato più lo diventi davvero (non che ci sia niente di male ad essere impiegati). Il “problema” dell’essere impiegato nacque nel momento in cui il lavoro cominciò a scarseggiare e, avendo testato sulla mia stessa pelle cosa voglia dire avere a che fare con una legge che a tutti gli effetti tutela solo i fannulloni, decisi di cambiare radicalmente la mia vita e uscire dalla zona di comfort. […]

    1. Liliana Genovese dice: Rispondi

      Assolutamente d’accordo. Qualcosa di più semplice posso metterlo in pratica, altre soluzioni sono impraticabili per motivi economici, per difficoltà motoria (a causa degli effetti collaterali delle statine, che devo purtroppo assumere). Cmq interessante l’articolo.

Lascia un commento