Attacchi di panico: perché ne soffriamo e come affrontarli?

panico

“Buongiorno, mi chiamo Giorgia, vorrei un appuntamento al più presto possibile perché sto vivendo un incubo. Sono settimane ormai che vivo con gli attacchi di panico”

“Buongiorno, vorrei prendere un appuntamento per mia figlia. Ha 18 anni e da qualche tempo non sta bene, ha molta ansia e ultimamente ha sviluppato degli attacchi di panico.”

Questi sono alcuni esempi di telefonate che negli ultimi anni gli psicologi ricevono.

Ansia e attacchi di panico sono diventati quasi il nostro pane quotidiano, come mai?

Un’epoca di incertezze

Gli ultimi decenni sono contrassegnati da un susseguirsi di incertezze per l’essere umano: le istituzioni su cui un tempo si contava ora vengono messe in crisi (Chiesa, governo, medicina ecc.), il lavoro è modificato radicalmente, il senso di famiglia e di unione ha subito un forte mutamento. Troviamo nei vari luoghi lavorativi e familiari un’alta competitività in generale, la paura di non farcela, di non essere all’altezza, di non essere abbastanza. A tutto ciò si unisce una bassa autostima degli adulti ma anche dei giovani data una iperprotezione prolungata da parte dei genitori.

Se a questo ricco menù aggiungiamo anche un pizzico di fake news, un pochino di abuso dei mezzi digitali  e l’incapacità dell’uomo moderno di vivere nel qui e ora allora avremo davvero posto le basi per un’epoca di ansia.

Cosa comporta tutto ciò?

Dal punto di vista psicologico l’essere umano non è fatto per vivere nella costante incertezza: abbiamo bisogno di punti fermi, di porti sicuri a cui approdare quando siamo a disagio. Se non li avremo sviluppati durante l’infanzia e l’adolescenza allora potremo sviluppare alcune problematiche legate all’ansia, come l’attacco di panico.

L’attacco di panico è un fenomeno davvero diffuso, oggi anche tra i giovanissimi (17-18 anni), che consiste in una delle esperienze più spiacevoli che si possano vivere.

“Completamente sopraffatto e paralizzato da un improvviso terrore e da una serie di sintomi spaventosi (senso di soffocamento e asfissia, dolore al torace, sensazione di svenimento, derealizzazione e depersonalizzazione) , chi ne soffre solitamente esperisce anche una terribile quanto realistica sensazione di essere sul punto di impazzire e perfino di morire” (D. Cattani da Psicologia Contemporanea n°278).

Chi ne soffre spesso al primo attacco si rivolge immediatamente al pronto soccorso proprio per il timore di avere un infarto. Dopo alcuni accertamenti il medico afferma “Tranquillo, ha avuto solo un attacco di panico”. Solo? La persona credeva di morire!

Quindi che fare?

Per prima cosa chi soffre di attacco di panico ha bisogno di sentirsi circondato da persone che lo comprendono e non lo giudicano. E’ il paziente stesso a criticarsi e a credere di essere impazzito quando in realtà sta solamente vivendo un brutto momento.

L’attacco di panico, soprattutto quando compare più volte, diventa un vero e proprio disturbo (il Disturbo da Attacco di panico infatti) descritto dal DSM-V, il manuale diagnostico psichiatrico  condiviso dai professionisti di tutto il mondo.

E’ necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta che aiuti la persona ad uscire da questo momento di instabilità attraverso colloqui specifici. Ed è bene non attendere troppo.

Suggerimenti pratici

Nel frattempo voglio comunque darti alcuni consigli.

LUOGO: se possibile recati in un luogo che per te risulti sicuro e non farlo con una persona che potrebbe aggiungere ansia alla tua ansia;

RESPIRO: non respirare velocemente ma esegui inspirazioni di circa 3-4 secondi, pausa e poi una espirazione lenta e lunga.

RIPETI: dopo qualche respirazione, ripeti “tra poco tutto passerà” e continua con le respirazioni.

Se vivi momenti con attacchi di panico o vivi con una persona che li sta vivendo, ti consiglio il libro “Attacchi di panico e ansia acuta” (lo trovi qui a fianco).

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